PEROSINO - Ai Ministri dell'economia e delle finanze e della salute
Premesso che:
le principali associazioni italiane rappresentative dei medici estetici chiedono un intervento dell'amministrazione finanziaria volto a stabilire, in maniera univoca e definitiva, l'esenzione da IVA ai sensi dell'art. 10, comma 1, n. 18, del decreto del Presidente della Repubblica n. 633 del 1972 agli interventi di medicina estetica resi da esercenti la professione sanitaria di medico, con il duplice scopo di equiparare gli interventi medico-estetici agli interventi medici in generale e agevolare l'accesso per il pubblico a tali generi di interventi non penalizzandoli tramite l'aggravio fiscale dell'IVA;
l'articolo 10, comma 1, n. 18, del decreto del Presidente della Repubblica n. 633 del 1972 prevede che siano considerate esenti dall'applicazione dell'IVA "le prestazioni sanitarie di diagnosi, cura e riabilitazione rese alla persona nell'esercizio delle professioni e arti sanitarie";
dal tenore letterale della norma, derivazione diretta della direttiva 2006/112/CE, si evince chiaramente che i trattamenti sanitari sono esenti dall'applicazione di aggravio IVA, se riconducibili alla nozione di cure mediche alla persona eseguite da un professionista;
la circolare n. 4/E del 28 gennaio 2005 resa dall'Agenzia delle entrate ha chiarito che l'esenzione IVA è ammessa per le sole prestazioni di chirurgia estetica, e non per quelle di medicina estetica nella loro interezza, "in quanto connesse al benessere psico-fisico del soggetto e quindi alla tutela della salute della persona";
tale chiarimento dell'amministrazione finanziaria ha indotto negli ultimi anni la proliferazione di atti di accertamento fiscale ai fini IVA nei confronti dei medici professionisti regolarmente iscritti all'albo ed esercenti l'attività di medicina estetica;
la materia del contendere nasce, inoltre, in quanto gli uffici si riferiscono alla sentenza della Corte di giustizia dell'Unione europea (sentenza 21 marzo 2013, causa C-91/12) che ha rimarcato la distinzione nell'ambito degli interventi di medicina estetica tra trattamenti terapeutici e trattamenti di natura puramente cosmetica;
la ratio sottesa alla sentenza della Corte di giustizia dell'Unione europea è che le prestazioni di medicina estetica rientrano nelle nozioni di cure o di prestazioni mediche, qualora abbiano lo scopo di diagnosticare, curare o guarire malattie o problemi di salute o tutelare, mantenere o ristabilire la salute delle persone e di conseguenza sarebbe in tali fattispecie palese la soddisfazione del "benessere psico-fisico" del paziente, al quale è finalizzata la prestazione medica professionale per essere qualificata come "terapeutica" e, quindi, esente da IVA;
secondo alcuni uffici dell'Agenzia delle entrate il solo fatto che la prestazione sia compiuta da un medico è un elemento necessario, ma non sufficiente ad attribuire il fine curativo dello stesso;
ma è di tutta evidenza che qualsiasi atto medico, sia esso curativo per patologia, sia esso curativo per disagio psicofisico, è sempre preceduto da un approccio diagnostico al paziente o in qualsiasi specialità medica o chirurgica, anche in medicina estetica, qualsiasi programma terapeutico è sempre il risultato di una diagnosi che viene realizzata dal medico estetico dopo una visita specifica che prevede una serie di valutazioni strumentali (morfoantropometrica, ecografica dell'ipoderma, psicologica, posturale, angiologica degli arti inferiori, cutanea), che hanno lo stesso valore di quello che per un cardiologo può avere un elettrocardiogramma;
sarebbe opportuno quindi che l'Agenzia delle entrate emanasse un'apposita circolare che chiarisse l'equiparazione agli interventi medici generali, e la conseguente esenzione dall'applicazione dell'IVA, per tutti gli interventi medico-estetici effettuati, a patto che siano effettuati da medici professionisti regolarmente iscritti all'albo,
si chiede di sapere quale sia l'orientamento dei Ministri in indirizzo in merito alla questione e quali iniziative intendano intraprendere al fine di chiarire l'equiparazione agli interventi medici generali, e la conseguente esenzione dall'applicazione dell'IVA, per tutti gli interventi medico-estetici effettuati.
lo scorso 3 febbraio 2021 Cassa depositi e prestiti, società partecipata dal Ministero dell'economia e delle finanze con l'82,77 per cento del capitale sociale, ha emesso sul mercato un prodotto finanziario denominato "bonus edilizi" per agevolare l'avvio degli interventi di ristrutturazione edilizia e di efficientamento energetico ammissibili ai benefici fiscali, attraverso un'offerta di 3 nuove soluzioni in favore delle imprese italiane operanti nei settori strategici delle costruzioni e dell'energia, nonché degli enti pubblici, per la realizzazione di interventi di riqualificazione ed efficientamento energetico del patrimonio residenziale pubblico;
fra le tre soluzioni previste da CDP, l'offerta complessiva del prodotto finanziario ha previsto in particolare: la cessione del credito d'imposta, soluzione dedicata alle imprese e agli enti pubblici che consente (beneficiando della capienza fiscale di CDP) di cedere i crediti di imposta maturati sugli interventi di ristrutturazione edilizia e di efficientamento energetico e recuperarli in tempi più rapidi rispetto ai termini previsti dalla normativa in materia;
per garantire una copertura capillare di tutte le imprese operanti nei settori di riferimento (in particolare per le piccole e medie imprese) la stessa CDP si è avvalsa della collaborazione di partner finanziari distribuiti sul territorio, tra i quali banche e confidi vigilati ex articolo 106 del testo unico bancario e di advisor per la verifica della documentazione tecnica;
l'interrogante evidenzia che al 1° ottobre 2021 risultavano accreditati 47 intermediari tra istituti di credito e confidi (oltre a diversi advisor presenti su tutto il territorio nazionale) le cui pratiche in corso erano circa 5.000;
a seguito dell'approvazione del decreto-legge n. 157 del 2021 (cosiddetto decreto anti frodi), CDP dal 13 novembre 2021 ha sospeso tutte le attività fino al 6 dicembre 2021, a causa delle misure previste dal medesimo provvedimento, che ha introdotto ulteriori specifici controlli sulle controparti e sulle singole operazioni, modificando l'importo minimo del valore nominale del credito d'imposta da cedere, passato da 10.000 a 25.000 euro;
la stessa CDP, a seguito della decisione normativa, ha comunicato che tutte le pratiche inserite prima del 6 dicembre 2021 sarebbero state comunque istruite, anche se di importo inferiore alla citata cifra;
l'interrogante evidenzia al riguardo come la ripresa delle lavorazioni delle pratiche sia stata comunque lentissima, e inoltre il 27 dicembre 2021 (con nota comunicata a tutti gli intermediari da parte di CDP) sono state nuovamente sospese le attività di inserimento di nuove pratiche fino a nuova data, attualmente non ancora resa nota;
a distanza di 3 mesi, le numerose imprese, con milioni di euro di cessione di crediti fiscali maturati, sono in attesa dell'iter di approvazione, nonostante i contratti i firmati con CDP e caricati nella piattaforma con la due diligence fiscale e legale effettuata dagli advisor accreditati;
nel comunicato del 3 febbraio 2021 Paolo Calcagnini, vice direttore generale e chief business officer CDP ha dichiarato che: "Con la nuova offerta Bonus Edilizi, CDP si conferma al fianco delle imprese italiane (...) L'obiettivo è favorire il rilancio dell'Italia. (...) Un aiuto concreto che CDP mette a disposizione per sostenere la ripartenza di comparti produttivi cruciali dal punto di vista economico e occupazionale, ma provati dall'emergenza Covid-19, e per accelerare lo sviluppo infrastrutturale dei territori";
tali dichiarazioni del dirigente di CDP appaiono all'interrogante in evidente controtendenza rispetto a quanto si assiste negli ultimi tre mesi, con l'introduzione di ulteriori norme che modificano in senso molto restrittivo il quadro regolatorio in materia di cessione dei crediti fiscali, non contribuendo a garantire certamente un sostegno all'economia italiana, considerato che molte imprese stanno fallendo anche a seguito dell'inadempienza di CDP,
si chiede di sapere:
quali valutazioni di competenza il Ministro in indirizzo intenda esprimere con riferimento a quanto esposto;
se non convenga che la condotta da parte di CDP sia stata ambigua e penalizzante nei riguardi delle imprese che hanno maturato il credito fiscale già dal 10 novembre 2021 per i lavori effettuati e le fatture emesse dai mesi di settembre e ottobre 2021, nonché dal numero delle pratiche ancora inevase da parte della stessa CDP, che risulterebbero attualmente circa duemila;
quali iniziative urgenti e necessarie, nell'ambito delle proprie competenze, intenda pertanto intraprendere nei riguardi di CDP, affinché cessi la sospensione dell'attività della piattaforma CDP "bonus edilizi" e al contempo, giungano a conclusione le pratiche già inserite in piattaforma prima del decreto anti frodi.
Premesso che, per quanto risulta agli interroganti:
l'8 febbraio 2022, in un comunicato stampa visibile sul proprio sito, Cassa depositi e prestiti, controllata per circa l'83 per cento da parte del Ministero dell'economia e delle finanze, ha annunciato l'investimento di "un miliardo di euro per offrire nuove opportunità di crescita e finanziamenti a oltre 100 PMI e Mid Cap europee colpite dagli effetti economici della pandemia. Questo è l'obiettivo del fondo Muzinich Diversified Loans Fund II in cui Cassa Depositi e Prestiti (CDP) e il Fondo Europeo per gli Investimenti (FEI) si sono impegnati a investire complessivamente 150 milioni di euro (rispettivamente 100 milioni da CDP e 50 milioni dal FEI)". Secondo quanto riportato da fonti di stampa, l'operazione risalirebbe alla precedente gestione di CDP, quando l'amministratore delegato era Fabrizio Palermo, e confermata ora da Dario Scannapieco;
in un altro comunicato, datato 14 febbraio 2022, CDP ha informato che dal 1° marzo sarà assunto come nuovo direttore del settore business il cofondatore di Muzinich & co. Sgr, Massimo Di Carlo, che lascerà per questo nuovo incarico Illimity SGR, la banca fondata alla fine del 2018 da Corrado Passera. In altre parole, l'amministratore delegato di CDP Scannapieco ha deciso di assumere il fondatore della società in cui la CDP sta investendo 100 milioni di euro;
ai vertici di Muzinich & co., in qualità di global head of economics and capital market strategy, c'è Fabrizio Pagani, economista, in passato collaboratore dell'allora ministro Pier Carlo Padoan nei Governi Renzi e Gentiloni, oltre che notoriamente vicino all'attuale segretario del Partito democratico, di cui Pagani è stato consigliere senior quando questi era Presidente del Consiglio del ministri (2013-2014), capo di gabinetto quando era sottosegretario presso la Presidenza del Consiglio (2006-2008), sempre suo consigliere quando era Ministro per gli affari europei (1998-1999) e Ministro dell'industria e del commercio estero (1999-2001). Pagani, peraltro, da ottobre 2020 è visiting professor a "Sciences Po", l'istituto di studi politici con sede a Parigi, dove proprio il segretario dem ha insegnato prima di tornare in Italia;
sempre fonti giornalistiche informano che a breve Scannapieco si accingerebbe a firmare un'altra nomina in CDP, quella di Isabella Falautano, che andrà a lavorare nell'ambito della direzione comunicazione diretta da Marco Santarelli (ex addetto stampa di Scannapieco alla BEI), come responsabile della sostenibilità. Anche Falautano, come Di Carlo, arriva da Illimity SGR, dove era responsabile della comunicazione. Isabella Falautano è stata tra i promotori del network veDrò, il think tank fondato nel 2012 da Enrico Letta, associazione non più attiva;
a gennaio 2022 CDP ha venduto al fondo statunitense Permira la totalità della sua partecipazione in Kedrion, un'azienda toscana che produce emoderivati. Kedrion è stata fondata dalla famiglia Marcucci,
se corrisponda al vero che l'operazione Muzinich sia stata approvata nel marzo 2021, proprio mentre l'ex amministratore delegato di Cassa depositi e prestiti si apprestava a essere sostituito dall'attuale Scannapieco;
se corrisponda al vero la circostanza, ad avviso degli interroganti quantomeno singolare, che Cassa depositi e prestiti abbia proceduto con un turn over ai suoi vertici con figure vicine all'attuale segretario dem;
quali iniziative di competenza il Governo intenda attuare al fine di rendere impermeabili agli appetiti dei partiti le aziende controllate dallo Stato.